Opere esposte - 2022 - Surrealismo di Regianini

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NUOVE OPERE
ESPOSTE NEL MUSEO

La “Mostra nella Mostra 2022” comprende tre dipinti che riguardano lo stile prediletto da Regianini, un surrealismo “senza veli”, volto a rappresentare la realtà qual essa è.
Visivamente, le opere colpiscono per il modo “crudo” in cui  persone e ambienti sono raffigurati, cosa che non può lasciare indifferente il fruitore delle sua arte. Il Pittore vuole portarci a riflettere sulla nostra esistenza (ci ricorda un po’ il Leopardi quando parla di natura “matrigna”).
Nei tre quadri scelti, il tema di fondo è quello del “mistero” della vita e, soprattutto, della morte.
1. Gruppo di famiglia
2. Carne fresca
3. Prime tristezze

Presentazione delle  opere
(e, di seguito, "Le  tre opere... sotto la lente"

1. GRUPP0 DI FAMIGLIA
(1983, olio su tela, cm 100x80)



Il tema della morte è  presente in diverse opere di Regianini.
Qui, in primo piano, diversi teschi a raffigurare quello che è il simbolo visivo del “dopo-morte”. Sullo sfondo, tanti particolari fotogrammi che ritraggono vari aspetti delle nostra vita terrena (dalla politica... alla religione) e raffigurano l’esistenza umana, fissando in alcune istantanee il mondo dei sentimenti, come, soprattutto, quello dell’amore. Colpisce particolarmente il pulcino giallo-vivace, in un ambiente monocolore triste, grigio. Sembra osservare tutto e ammonirci sulla realtà che ci aspetta.
Guardate… ecco ciò che saremo!” sembra voler aggiungere, molto chiaramente, il Pittore.



2. CARNE FRESCA
(2009, acrilico su tavola, cm 70x70)



 Il pittore rappresenta, in quattro fotogrammi, i “passaggi della vita” (dalla  giovinezza al “post-morte”), istantanee che, nel puro stile surrealista di Regianini, raffigurano in modo chiaro quella che è, secondo il pittore, l'assurdità della vita terrena. Nell'arco di pochi decenni (cosa sono di fronte all'eternità?) si consuma l'esistenza dell'uomo. La bellezza di una pelle senza rughe e la cura del corpo, tipiche della giovinezza, lasciano spazio agli orribili fotogrammi che raffigurano la decomposizione del volto.  
“E’ questa l’assurda realtà" sembra voler dire il pittore, che si sofferma a tratteggiare una miriade di particolari, per dare un senso di veridicità al messaggio che egli vuole trasmettere.  
I quattro volti, disposti i loculi lignei, che vanno letti (dal secondo in poi) in senso orario, hanno ciascuno una particolare connotazione che caratterizza il deterioramento fisico: per notarlo, basta osservare i mutamenti degli occhi, dei capelli, delle orecchie e soprattutto della bocca (chiusa nel primo fotogramma, poi aperta a mostrare il digrignare dei denti, che sembra alludere a uno straziante grido di dolore).  



3. PRIME TRISTEZZE
(1980, olio su tela, cm 30x24)



Opera inedita, mai, finora, esposta in pubblico.
Si tratta di un quadro dalle dimensioni ridotte, ma  molto emblematico, in cui vengono accostati vita e morte.
La prima è rappresentata dal ragazzino che ha lasciato partire (o gli è scappato di mano?) il palloncino, dov’erano custoditi i suoi sogni, e lo segue con lo sguardo attento. Prova le “pime tristezze” sia perché il palloncino se ne va sia perché contemporaneamente egli nota, di fronte a sé il voluminoso teschio. I due elementi lo portano, per la prima volta, a riflettere sulla vita che l’aspetta e sulla morte. Questa, d’altronde, non poteva avere diversa raffigurazione: l’enorme teschio domina la scena. In esso si nota  un unico grande occhio, che “sembra” ancora vivo, così come l’erbetta che sta crescendo nella parte superiore del cranio in decomposizione.
Lo sfondo del dipinto  è rappresentato da grandi nuvoloni sparsi, che sembrano preludere ad un temporale. Profili di colline e un casolare di campagna si intravedono  in lontananza. In primissimo piano, fa bella mostra, in misure sproporzionate rispetto al ragazzino,  un grande mozzicone di sigaretta, che funge da liaison tra le due tematiche centrali del quadro (morte e vita) e pare un ammonimento del pittore: “Cercate di vivere bene, la nostra esistenza è breve e si consuma velocemente… come una sigaretta!”.
by Pino B.
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